Wolff voleva Verstappen nel 2014: "Ma gli consigliarono la Red Bull"
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Toto Wolff ha tentato seriamente di convincere Max Verstappen a partecipare al programma junior della Mercedes nel 2014, ma alla fine il 25enne olandese ha optato per un'avventura alla Red Bull Racing. Helmut Marko aveva promesso a Verstappen un posto nell'allora Toro Rosso e Wolff non ha potuto ribattere. Il team principal della Mercedes ha quindi perso l'occasione e segretamente se ne rammarica ancora un po'.
Wolff e Helmut Marko, entrambi austriaci, hanno cercato di assumere Verstappen e solo il secondo è riuscito nell'impresa. Parlando con Motorsport.com Wolff guarda al passato. Afferma che il "problema" più grande è stato quello di non poter offrire a Verstappen un sedile in Formula 1. Dopo tutto, Lewis Hamilton e Nico Rosberg avevano ancora contratti a lungo termine.
La Red Bull aveva di più da offrire
"Max era chiaramente un giovane interessante ma in quel momento potevamo offrigli un posto in GP2 (l'attuale Formula 2, ndr) e poi magari un contratto. Ma Helumt è stato in grado di offrirgli un posto in Formula 1 e alla fine anche io gli ho consigliato di seguire quella strada. E questo ha significato vederlo uscire dall’orbita Mercedes", ha detto Wolff, affermando di aver consigliato lui stesso a Verstappen di passare alla Red Bull.
La formazione austriaca ha avuto molto successo con la squadra sorella AlphaTauri (e in precedenza con la Toro Rosso). Piloti come Verstappen, Pierre Gasly, Alexander Albon, Yuki Tsunoda e Carlos Sainz si sono formati qui. Quindi per la Red Bull è conveniente avere un secondo team nella classe regina del motorsport. Wolff è d'accordo, ma sa anche che questo comporta un prezzo elevato.
Wolff sottolinea il prezzo
L'allenamento e la possibilità di vedere da vicino come si comportano i piloti ai massimi livelli sono un grande vantaggio, così come i motori Honda che sono stati testati per la prima volta dalla Toro Rosso, prima che la Red Bull iniziasse a utilizzare le unità di potenza giapponesi un anno dopo. Wolff: "È indubbiamente un vantaggio, ma è un'operazione molto costosa. Bisogna potersi permettere di spendere 100 milioni a stagione".